Varicocele
Il varicocele è una patologia caratterizzata da dilatazione delle vene testicolari (o spermatiche) che hanno il compito di drenare il sangue dal testicolo.
Colpisce il 15-20% della popolazione maschile ed è presente nel 30-40% degli uomini con problemi di fertilità.
Nell’85% dei casi è localizzato a sinistra , nell’11% è bilaterale e solo nel 4% a destra (in questo caso e’ obbligatorio lo studio delle logge renali e del retroperitoneo per escludere cause ostruttive venose, congenite o acquisite) .
Nella maggior parte dei casi non si hanno sintomi evidenti.
I sintomi tendono a presentarsi con il caldo, dopo un duro esercizio, alla fine di un rapporto sessuale, oppure dopo un tempo prolungato in stazione eretta.
Sintomi
I sintomi includono:
- un dolore sordo nel/i testicolo/i;
- un senso di pesantezza a livello scrotale;
- fastidio al testicolo o in una parte dello scroto;
I segni più frequenti sono:
- vene dilatate palpabili a livello scrotale spesso descritte come un sacchetto di vermi;
- il testicolo colpito da varicocele può risultare più piccolo rispetto all’altro.
Diagnosi
La diagnosi di varicocele è semplice e si basa sull’obiettività clinica e su indagini ecografiche. Un’accurata ispezione dello scroto ed un completo esame obiettivo da parte del medico (andrologo o urologo) permette di determinare la presenza di varicosità a livello testicolare. Le indagini strumentali di supporto (ecografia testicolare e eco-color-Doppler dei vasi spermatici) permettono di stabilire l’entità del reflusso.
Solitamente si distinguono 4 livelli di varicocele: I, II, III e IV grado. L’indicazione al trattamento della patologia viene data dall’urologo quando il varicocele è associato ad alterazione della quantità e qualità degli spermatozoi, quando è associato a dolore testicolare e quando ravvede la necessità di preservare la fertilità del paziente.
Conseguenze
Le vene dilatate determinano un innalzamento di pochi gradi della temperatura del testicolo che, se si mantiene per lungo tempo, può causare infertilità.
La produzione degli spermatozoi, infatti, è molto sensibile anche a piccole variazioni di temperatura. Si osserva spesso l’alterazione del liquido seminale che presenterà varie anomalie tra cui, le più comuni, diminuzione del numero di spermatozoi e/o alterazioni della loro motilità e morfologia. Dopo il trattamento si osserva frequentemente un netto miglioramento dei parametri seminali.
Terapia
La terapia del varicocele si basa sulla scleroembolizzazione (anterograda, retrograda) percutanea dei vasi venosi , eseguita dal radiologo interventista o sulla loro legatura e sezione con approccio inguinale o scrotale eseguita dal chirurgo urologo.
Nella tabella allegata Linee guida SIU) vengono riportati i rischi di recidiva e le possibili complicanze dei diversi metodi chirurgici.
TRATTAMENTO | RECIDIVA/PERSISTENZA | COMPLICANZE |
Scleroterapia anterograda | 9% | 0.3-2.2% Atrofia testicolare; ematoma scrotale; epididimite; eritema fianco sx |
Scleroterapia retrograda | 9.8% | Reazione avversa al mdc; dolore al fianco; tromboflebite persistente; perforazione vascolare |
Embolizzazione retrograda | 3.8-10% | Dolore da tromboflebite9; ematoma; infezione; perforazione venosa; idrocele; complicanze radiologiche (reazione al mdc, emorragia retroperitoneale, fibrosi, ostruzione ureterale |
ACCESSO CHIRURGICO | ||
Scrotale | Atrofia testicolare10; danno arterioso con rischio di ischemia e gangrena testicolare | |
Inguinale | 13.3% | Possibilità di escludere un ramo collaterale venoso |
Legatura alta | 29% | 5-10% idrocele |
Microchirurgico | 0.8-4% | Idrocele post-operatorio; danno arterioso; ematoma scrotale |
Laparoscopico | 3-7% | Danno dei vasi arteriosi e linfatici testicolari; embolia polmonare; danno intestinale, vascolare e neurologico; peritonite17; emorragia; dolore post-operatorio alla spalla(per stiramento diaframmatico durante pneumoperitoneo) pneumoscroto; infezione delle vie aeree |
Se il varicocele non è sintomatico e non è causa di infertilità non appare consigliabile alcun tipo di terapia ad eccezione di qualche accorgimento comportamentale ( utilizzo di slip contenitivi
comunque non troppo stretti).
Circa il 50% dei pazienti sottoposti a trattamento va poi incontro a una normalizzazione della fertilità e della sintomatologia algica
Il controllo dei parametri seminali andrebbe fatto non prima di 3-4 mesi dall’intervento.
Rimane comunque la possibilità di recidive, data la natura strutturale della patologia.