Idrocele
L’idrocele consiste nell’ingrossamento di uno o di entrambi i testicoli, a causa di eccessivo accumulo di liquido sterile dentro la tunica vaginale (la membrana che avvolge il testicolo).
L’idrocele può essere primario quando non è causato da altre patologie, altrimenti è secondario.
Le cause dell’idrocele primario sono sconosciute; generalmente è una patologia congenita che si risolve autonomamente pochi mesi dopo la nascita.
L’idrocele secondario può essere causato da ernia inguinale, da infezioni o traumi del testicolo o dell’epididimo, e da tumori.
SINTOMI
L’idrocele compare di solito in individui adulti maggiori di 40 anni e, in qualche caso, entro il primo anno di vita (in questo caso l’idrocele tende a scomparire spontaneamente).
Il sintomo più evidente è il rigonfiamento di uno o di entrambi i testicoli; il rigonfiamento non è causa di dolori ma il volume dei testicoli può raggiungere i 10-15 centimetri di diametro.
L’idrocele, se non si ingrossa troppo, non interferisce con le funzioni sessuali e non è causa di sterilità.
DIAGNOSI
La diagnosi è semplice e si basa sull’obiettività clinica e su indagini ecografiche.
TERAPIA
Per eliminare l’idrocele è necessario l’intervento chirurgico.
Se l’idrocele è secondario è prima opportuno intervenire sulla malattia che l’ha causato, per poi procedere con l’operazione. L’operazione deve essere eseguita anche quando l’idrocele primario congenito non si riassorbe entro il 4° anno di vita del bambino.
L’intervento chirurgico può essere svolto in anestesia locale e ha una durata di circa 20 minuti.
L’idrocele può essere asportato anche tramite aspirazione del fluido. Questo tipo di intervento, però, aumenta i rischi di infezioni e di recidive, molto più rare nell’operazione chirurgica. L’aspirazione viene effettuata soltanto nei casi in cui l’operazione risulti rischiosa a causa di ulteriori problemi estrinseci del paziente (allergia ai farmaci, all’anestesia, problemi cardiovascolari…).
Dopo l’operazione potrebbe essere necessario indossare un sospensorio per un mese e fare impacchi con ghiaccio nelle 24 ore successive all’intervento.
È possibile la formazione di un ematoma che generalmente si risolve nel giro di alcune settimane.